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Scoperta senza precedenti: gli archeologi trovano in Cina il segreto dell’origine dell’uomo

Un team di archeologi in Cina ha fatto una scoperta che potrebbe riscrivere la storia dell’umanità. Il ritrovamento, considerato uno dei più significativi del Paese nell’ultimo decennio, potrebbe modificare le teorie prevalenti sull’origine dell’uomo moderno in Asia. Nel sito di Mengxihe, situato nella contea di Lezhi, nella provincia di Sichuan, sono stati trovati resti di una civiltà paleolitica avanzata che abitava la regione tra 50.000 e 70.000 anni fa. Il sito è stato identificato nel 2019, quando alcune inondazioni hanno portato alla luce utensili in pietra e fossili. Da allora, l’Istituto di Reliquie Culturali e Archeologia del Sichuan e l’Istituto di Paleontologia dei Vertebrati e Paleoantropologia dell’Accademia Cinese delle Scienze hanno condotto scavi sistematici per studiare i resti e comprendere il contesto di queste comunità ancestrali.

Un sito che rivoluziona le teorie storiche

Il sito archeologico di Mengxihe ha fornito oltre 105.000 strumenti realizzati in pietra, osso e legno, oltre a 60.000 resti vegetali. Queste prove suggeriscono che gli antichi abitanti non solo padroneggiavano le tecniche di fabbricazione degli utensili, ma possedevano anche una conoscenza avanzata del loro ambiente, che consentiva loro di sopravvivere in modo organizzato e pianificato.

Uno degli aspetti più rivelatori del ritrovamento è l’uso sistematico del fuoco, non solo per cucinare, ma anche per modificare il loro ambiente. Secondo gli esperti, sono state trovate aree con resti di cenere e cibo carbonizzato che indicano pratiche culinarie complesse.

Inoltre, le analisi del polline, dei semi e dei frutti rinvenuti nel sito indicano una dieta diversificata, che contraddice l’idea che queste popolazioni fossero semplicemente cacciatori-raccoglitori senza una conoscenza botanica avanzata.

Implicazioni sull’evoluzione umana in Asia

Questa scoperta archeologica costringe a riconsiderare il modello migratorio dei primi homo sapiens fuori dall’Africa. Finora si era sostenuto che gli esseri umani moderni fossero arrivati nell’Asia orientale in un’epoca significativamente posteriore; tuttavia, i resti di Mengxihe potrebbero anticipare tale cronologia di diverse migliaia di anni.

La presenza di una tecnologia complessa in una regione non collegata ai primi sviluppi umani mette in discussione la narrativa lineare sulla nostra evoluzione. Inoltre, questa scoperta rafforza l’ipotesi che l’Asia orientale costituisse un polo autonomo di sviluppo umano, piuttosto che essere semplicemente un corridoio di transito verso altre aree.

Uno sguardo al passato che trasforma il nostro presente

Il sito di Mengxihe è stato riconosciuto come un importante patrimonio archeologico e se ne prevede l’inserimento in itinerari scientifici e turistici. Il governo cinese ha annunciato la creazione di un centro di interpretazione per diffondere i ritrovamenti, al fine di sottolineare a livello internazionale il ruolo della Cina nella storia evolutiva dell’umanità.

Questa scoperta, al di là della sua importanza scientifica, ha riacceso l’interesse per l’archeologia in Asia. Ricercatori di diverse università europee e americane hanno già richiesto i permessi per partecipare alle prossime campagne di scavo.

L’eredità di Mengxihe non solo trasforma la nostra comprensione del passato, ma apre anche nuove vie di ricerca su come gli esseri umani moderni abbiano sviluppato strumenti, linguaggio e organizzazione sociale in diverse regioni del mondo.

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