Molti metalli preziosi provengono dal nucleo terrestre. Un nuovo studio scientifico dell’Università di Gottinga, in Germania, pubblicato sulla rivista Natura, è giunto a una conclusione sorprendente: tracce di minerali preziosi filtrano dal centro del pianeta verso la superficie.
Tracce dall’abisso: nei vulcani hawaiani sono state trovate prove di un collegamento con il nucleo terrestre
Secondo quanto pubblicato dal media greco Newsbomb, che ha avuto accesso allo studio, questa scoperta indica una connessione più dinamica tra la superficie e il nucleo terrestre. Per giungere a questa conclusione, gli scienziati si sono concentrati sulle rocce basaltiche delle isole oceaniche (OIB), che sono costituite da risorse del comando. Nello specifico, hanno analizzato campioni di vulcani hawaiani che si trovano a circa 3.000 chilometri sotto la superficie.
Secondo le informazioni diffuse, gli scienziati hanno utilizzato la “spettrometria di massa ad alta precisione” per misurare le anomalie negli isotopi di due elementi chiave: rutenio (100Ru) e tungsteno (182W). “La presenza di un aumento di 100Ru nei campioni vulcanici suggerisce che i materiali del nucleo terrestre vengono trasportati in superficie attraverso queste fonti del mantello”, si legge nella pubblicazione.
Come si legge nella pubblicazione, anche se la quantità che raggiunge la superficie è minima, gli effetti sono significativi. “Per decenni” gli scienziati hanno pensato che il nucleo terrestre fosse chimicamente isolato, ma questo nuovo studio dimostra che può ancora contribuire con oligoelementi nel mantello e nella crosta. In effetti, “la struttura della Terra potrebbe non essere così divisa come pensavamo”.
In dichiarazioni raccolte dal media, Matthias Willbold, coautore dello studio, spiega che “nonostante le prove isotopiche che i materiali del nucleo raggiungono la superficie, le quantità reali sono piccole”. “Stiamo parlando di tracce, non di pepite”, aggiunge. Inoltre, sottolinea che “non si tratta di un’opportunità commerciale, ma scientifica”: non esiste una tecnologia in grado di penetrare i 3.000 chilometri di roccia sotterranea.
In questo modo, l’interesse pubblico si è concentrato sulle “vaste riserve teoriche di oro” nascoste nel nucleo della Terra. Secondo le stime, il nucleo potrebbe contenere fino a 30 miliardi di tonnellate d’oro, per un valore approssimativo di 2,77 miliardi di euro ai prezzi attuali.