Una scoperta ad Atapuerca ha suscitato grande interesse nella comunità scientifica. Secondo quanto riportato dall’agenzia SINC, è stato rinvenuto un dente fossile di renna. Questa scoperta cambia la nostra comprensione della fauna e degli esseri umani che abitavano la penisola iberica centinaia di migliaia di anni fa, offrendo nuovi indizi su come vivevano e si adattavano a climi estremamente freddi e consentendo di ricostruire meglio gli ecosistemi e la storia dei nostri antenati in epoca preistorica. D’altra parte, ridefinisce la cronologia della fauna glaciale in Spagna e fornisce indizi sull’adattamento degli esseri viventi a condizioni estreme nel passato.
Prove fossili di reno ad Atapuerca: la più antica testimonianza di fauna glaciale
Nel sito emblematico di Galería, situato nella sierra di Atapuerca, Burgos, un team di ricercatori ha recuperato un dente di reno (Rangifer) che potrebbe essere considerato la più antica testimonianza di fauna adattata al freddo nella regione.
Questo fossile, datato tra 243.000 e 300.000 anni fa, non solo amplia la distribuzione conosciuta della specie, ma conferma anche che le condizioni climatiche di allora erano glaciali.
Questa scoperta, guidata dai ricercatori del Museo Nazionale di Scienze Naturali (MNCN-CSIC), è uno dei resti di reno più meridionali documentati in Eurasia. La presenza di questa specie a latitudini così meridionali suggerisce che l’ecosistema fosse caratterizzato da temperature estreme, con paesaggi e comunità animali adattati alla vita in condizioni di freddo intenso.
Questo ritrovamento permette di ricostruire l’estensione della cosiddetta «Steppa dei Mammut», un ecosistema in cui coesistevano renne, rinoceronti lanosi e altri grandi erbivori.
Umani e renne ad Atapuerca: convivenza nella penisola iberica durante il Pleistocene
Il contesto archeologico del ritrovamento lo rende ancora più rilevante. Il dente è stato localizzato nell’unità GIIIa di Galería, uno strato che ha anche fornito resti umani e strumenti litici.
Questa coincidenza temporale conferma che i primi abitanti della penisola iberica convivevano con la fauna glaciale, interagendo direttamente o indirettamente con queste specie.
Impatto delle glaciazioni sulla fauna iberica: nuove chiavi di lettura del Pleistocene
Il fossile fornisce informazioni fondamentali sull’impatto delle glaciazioni sulla fauna iberica. Jan van der Made, ricercatore del MNCN-CSIC, sottolinea che il suo studio permette di affinare la datazione degli strati e di comprendere l’intensità dei periodi glaciali che hanno colpito la regione.
L’espansione verso sud di specie tipicamente adattate al freddo suggerisce un avanzamento glaciale più profondo di quanto precedentemente stimato, che si estendeva anche a territori vicini a Madrid e Granada.
Secondo Ignacio Aguilar Lazagabaster, ricercatore del CENIEH, questa scoperta è importante per studiare i modelli biogeografici della fauna glaciale e la capacità di adattamento degli esseri umani del Pleistocene medio.
Ogni nuovo fossile rinvenuto ad Atapuerca permette di ricostruire come le comunità preistoriche siano sopravvissute e si siano sviluppate in un ambiente mutevole e ostile.
In definitiva, la scoperta di questo dente di renna arricchisce la nostra conoscenza della fauna glaciale in Spagna e rafforza l’importanza di Atapuerca come “laboratorio naturale” per comprendere la storia della vita e l’evoluzione umana.