Vai al contenuto

È salutare lavare i piatti con la candeggina? Ecco cosa dice la scienza

L’uso del cloro nella pulizia della casa è una pratica comune in milioni di famiglie, specialmente in paesi come il Italia, dove è associato alla disinfezione profonda e all’eliminazione dei germi. Tuttavia, quando si tratta di lavare i piatti, l’uso del cloro può sollevare alcuni dubbi sulla sua sicurezza, sia per la salute umana che per l’ambiente.

Cloro per lavare i piatti? Attenzione al pericolo nascosto: i 5 errori che (forse) stai facendo

Il cloro, nella sua forma commerciale come ipoclorito di sodio, è un disinfettante efficace utilizzato per eliminare batteri, virus e altri microrganismi.

La sua efficacia lo ha reso un prodotto consigliato per disinfettare superfici, sanitari, utensili da cucina e persino frutta e verdura, sempre in concentrazioni adeguate e con un risciacquo successivo. Tuttavia, l’uso diretto del cloro per lavare piatti, bicchieri e posate potrebbe non essere del tutto consigliabile se non si seguono alcune precauzioni.

Secondo organismi come l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e i centri di controllo delle malattie, il cloro non deve sostituire il sapone o il detergente comune per lavare i piatti.

I residui di cibo e grasso devono essere rimossi con acqua calda e sapone, poiché il cloro da solo non ha proprietà detergenti. Inoltre, se non viene risciacquato correttamente, possono rimanere residui tossici sugli utensili, che potrebbero trasferirsi agli alimenti e rappresentare un rischio per la salute a medio o lungo termine.

Il rischio principale dell’uso eccessivo o improprio della candeggina negli utensili da cucina è l’ingestione accidentale di composti clorurati, che possono irritare la mucosa gastrointestinale, provocare vomito o diarrea e persino generare reazioni allergiche in persone sensibili.

Inoltre, la miscelazione del cloro con altri prodotti per la pulizia, come l’aceto o l’ammoniaca, può generare vapori tossici, come il cloro gassoso, che irrita gli occhi, la gola e i polmoni.

In questo senso, se si desidera disinfettare le stoviglie con il cloro, si consiglia di utilizzare una soluzione diluita, ad esempio un cucchiaino di cloro per ogni litro d’acqua, e di immergervi gli utensili precedentemente lavati per alcuni minuti.

Successivamente, è necessario risciacquare abbondantemente con acqua potabile per eliminare ogni traccia della sostanza. Questa pratica può essere utile in situazioni che richiedono un controllo sanitario rigoroso, come durante le epidemie di malattie infettive, ma non deve diventare una routine quotidiana senza necessità.

Per la pulizia domestica abituale, la maggior parte degli esperti di salute e microbiologia concorda sul fatto che acqua calda e detersivo sono sufficienti per garantire una corretta igiene degli utensili da cucina.

Nei casi in cui si desidera una disinfezione aggiuntiva, ad esempio quando si manipolano alimenti crudi come carne o pesce, esistono prodotti specifici che non lasciano residui nocivi e sono più sicuri per il contatto con gli alimenti.

In conclusione, sebbene il cloro sia un disinfettante efficace, il suo uso per lavare i piatti deve essere attento e sporadico, seguendo adeguate misure di diluizione e assicurando un risciacquo accurato. Un uso eccessivo di questo prodotto chimico può rappresentare un rischio inutile per la salute e il benessere della famiglia. Come regola generale, una buona pulizia con acqua calda e sapone è sufficiente per mantenere piatti e posate liberi da contaminanti nella vita quotidiana.

Condividi questo post sui social!