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Medico psichiatra: «Guadagnare denaro è associato al “successo”, mentre la scarsità è vissuta come un fallimento»

Il denaro è, in sostanza, uno strumento per scambiare beni e servizi. Tuttavia, nella vita psichica delle persone, spesso diventa un simbolo carico di significati, emozioni e valori che vanno ben oltre il suo valore materiale. Il rapporto con il denaro non è neutro: è influenzato dalla storia personale, dall’educazione ricevuta, dalle esperienze di carenza o abbondanza e dalle credenze culturali. Durante l’infanzia, il denaro viene raramente inteso in termini economici. Ciò che viene registrato è il modo in cui gli adulti ne parlano, come lo gestiscono e, soprattutto, le emozioni che suscita.

Come le esperienze infantili influenzano le nostre abitudini finanziarie nella vita adulta

Un bambino che cresce in una famiglia in cui il denaro è scarso può associarlo ad ansia, privazione e conflitto. Al contrario, un altro bambino cresciuto in un ambiente agiato può associarlo a sicurezza, libertà e possibilità. In entrambi i casi, si instaurano tracce emotive che condizioneranno il rapporto con il denaro nella vita adulta.

Da un punto di vista psicologico, il denaro può fungere da simbolo di potere e controllo. Non solo conferisce la capacità di decidere della propria vita, ma influenza anche il modo in cui una persona si sente nei confronti degli altri. Possederlo può generare un senso di indipendenza; non averlo, una percezione di vulnerabilità o dipendenza.

Come agisce il denaro sulle persone?

Un altro significato è quello di successo o valore personale. Nelle società che esaltano il consumo e l’accumulo, guadagnare denaro è associato al “successo”, mentre la scarsità è vissuta come un fallimento.

Il denaro funge anche da mediatore nel rapporto con il tempo. Risparmiarlo è, in un certo senso, accumulare tempo futuro: risorse per affrontare gli imprevisti, andare in pensione prima o concedersi il lusso di prendersi una pausa. Spendere immediatamente, invece, risponde a una logica di gratificazione immediata.

Alcuni lo utilizzano per rimandare le ansie e pianificare a lungo termine; altri, per soddisfare gli impulsi e cercare un sollievo momentaneo. Nessuna strategia è intrinsecamente “giusta” o “sbagliata”; l’importante è riconoscere da quali bisogni emotivi deriva ogni comportamento.

Non si può ignorare il ruolo del denaro come sostituto dell’affetto o come mezzo di compensazione emotiva. Alcuni, avendo difficoltà a esprimere affetto, lo sostituiscono con regali costosi o favori economici. Altri lo utilizzano come protezione contro la paura dell’abbandono: “Se ho soldi, non mi mancheranno né compagnia né aiuto”.

In situazioni di crisi, il denaro acquisisce un valore emotivo ancora maggiore. L’improvvisa perdita di reddito può destabilizzare non solo l’economia domestica, ma anche l’identità personale.

Allo stesso modo, ricevere un’eredità o guadagnare una somma importante può provocare sentimenti ambivalenti: gioia per il guadagno, ma anche senso di colpa. Queste reazioni rivelano che il denaro non è un semplice oggetto, ma un depositario di aspettative e paure.

Dal punto di vista della salute mentale, è utile che ogni persona rifletta sul proprio rapporto con il denaro. In definitiva, il denaro è uno strumento indispensabile per la vita sociale, ma anche uno specchio in cui si riflettono le nostre paure e i nostri desideri.

Comprenderne il significato psicologico non significa sminuirne il valore pratico, ma riconoscere che la sua influenza sulle nostre vite è più profonda di quanto sembri.

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