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Bugatti non ha installato altoparlanti in un’auto da quattro milioni di euro. Il suo interno è semplicemente un carillon

Bugatti sta muovendo i primi passi nel campo dell’elettrificazione. Sebbene nel 2021 abbia stretto una partnership con Rimac, l’azienda che produce l’imponente Rimac Nevera, sembra che una Bugatti 100% elettrica sia ancora lontana. L’ibridazione è un altro discorso e, nel 2024, hanno lanciato la Tourbillon, una bestia da 3,8 milioni di euro nella versione più economica e senza extra. Ma la cosa più folle non sono le sue specifiche, bensì il fatto che un’auto da quasi quattro milioni di euro non abbia altoparlanti.

Ha qualcosa di meglio, secondo Bugatti: tutto l’interno è un altoparlante. E il segreto è qualcosa chiamato piezoelettricità

Tourbillon. Come di consueto per una Bugatti, le sue specifiche sono davvero folli. Ha una potenza totale di 1.800 CV grazie a quattro motori: un V16 da 8,3 litri, aspirato da 1.000 CV che lavora insieme a tre motori elettrici (due anteriori e uno posteriore) che forniscono 800 CV aggiuntivi. Il risultato? Da 0 a 100 km/h in due secondi, da 0 a 300 in 10 secondi e una velocità massima di 445 km/h.

Ha un peso totale inferiore a due tonnellate, un monoscocca in carbonio T800 ed è estremamente esclusiva. Ne esistono solo 250 esemplari che, insieme al prezzo, rendono la Tourbillon un oggetto da collezione. Una curiosità: gli interni sono minimalisti, con tre grandi quadranti analogici ispirati all’alta orologeria e una notevole assenza di altoparlanti.

Quadranti, non schermi

Piezoelettricità. È il nome di un effetto scoperto nel 1881 ed è una proprietà di materiali come il quarzo che permette di generare una carica elettrica quando sono sottoposti a pressione o tensione meccanica. Quando viene applicato un campo elettrico, si deformano anche fisicamente e questo può essere sfruttato in vari modi.

È ciò che fa funzionare alcuni accendini, orologi o persino le energie rinnovabili. Ed è anche ciò che permette al Tourbillon di non avere altoparlanti perché, in sostanza, il suono che sentiamo non è altro che una serie di vibrazioni che si trasmettono nell’aria.

Controcorrente. Il fatto che il Tourbillon non abbia altoparlanti tradizionali contrasta con ciò che il marchio ha fatto con la Chiron. In quel modello, vantavano tweeter (gli altoparlanti che trasmettono gli acuti) con membrana in diamante da un carato, ma in questo li hanno eliminati. Mate Rimac, attuale CEO del marchio, assicura che il Tourbillon ha una qualità sonora “di un altro universo” e che utilizza cristalli piezoelettrici di quarzo e altri materiali sintetici che vibrano in modo controllato quando ricevono un segnale elettrico.

Il carbonio aerospaziale e il resto dei pannelli interni dell’abitacolo fungono da grandi diaframmi acustici. La somma di tutti questi elementi è ciò che permette all’abitacolo di generare un suono avvolgente.

Il monoscocca funziona come un altoparlante. Suono avvolgente di altro livello

Ha senso. Cioè: non ha i coni, i woofer, i magneti e le bobine che compongono gli altoparlanti tradizionali, il che rappresenta un enorme vantaggio in termini di riduzione del peso. In un’auto iper-sportiva, questo è fondamentale, oltre a consentire di liberare spazio all’interno.

Si migliora anche l’isolamento strutturale, poiché non è necessario creare fori di dimensioni considerevoli per incassare gli altoparlanti e si elimina il fattore di deterioramento degli altoparlanti stessi, che vengono isolati con pezzi di gomma per evitare che vibrino quando l’auto è in movimento. Anche se nelle auto destinate più al garage che alla strada, non è un problema troppo grave.

100% Bugatti. Trasformare l’auto in un altoparlante è qualcosa di unico. Mercedes ha già sperimentato il cambio di posizione degli altoparlanti con il FrontBass della SL Roadster, spostando gli altoparlanti dalle portiere ai vani piedi, ma aveva ancora bisogno di altoparlanti tradizionali. Nel caso della Tourbillon, si tratta di un cambiamento di filosofia e tecnologia.

Mate Rimac ha sottolineato che questa mossa è al 100% filosofia Rimac-Bugatti. “Se non lo facciamo noi, chi lo farebbe?” Commenta Rimac, che ha visto la sua Tourbillon diventare un ulteriore esempio dell’ultraesclusività delle hypercar e, in un mondo in cui esistono autentiche belve della strada, ciò che attira maggiormente l’attenzione non è tanto il fatto che si tratti di una hypercar… quanto il fatto che l’auto stessa sia un altoparlante.

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