Il Tribunale Superiore di Giustizia delle Asturie ha dato ragione a un residente di Avilés che da anni denunciava il rumore eccessivo provocato dalle spazzatrici del servizio di pulizia comunale. Dopo una lunga controversia giudiziaria, il tribunale ha riconosciuto il suo diritto a un risarcimento di 8.000 euro, che dovranno essere pagati in solido dal Comune di Avilés e dalla società incaricata della pulizia. Dal 2014, il residente soffriva di livelli di rumore che superavano i limiti legali, anche con le finestre chiuse, compromettendo il suo riposo e il suo benessere emotivo. Nonostante le misurazioni e i reclami presentati, solo nel 2016 il servizio ha ritardato l’orario delle spazzatrici e ha sospeso il passaggio nella strada interessata.
Danno morale riconosciuto nonostante l’assenza di patologie gravi
Sebbene le perizie mediche non abbiano accertato una malattia grave, il tribunale ha valutato il disagio emotivo e la perdita di riposo subiti dal ricorrente. La sentenza rileva che il rumore costante, sebbene intermittente, violava il diritto all’inviolabilità del domicilio e generava “ansia e inquietudine”, confermando un danno morale che merita un risarcimento.
Un risarcimento ridotto ma con un importante messaggio giuridico
Il tribunale di primo grado aveva fissato il risarcimento a 30.000 euro, ma dopo il ricorso presentato dal Comune e da Urbaser, il TSJA ha ridotto l’importo a 8.000 euro.
Ciononostante, ha mantenuto la responsabilità patrimoniale di entrambe le parti e ha sottolineato la dottrina europea sugli effetti nocivi del rumore sulla salute e sui diritti fondamentali, chiarendo che le amministrazioni devono controllare l’impatto acustico dei loro servizi per proteggere la qualità della vita dei cittadini.