Il sud della Francia sta affrontando un boom di frodi con i pannelli solari: dalla promessa di risparmio alla rovina finanziaria. Quello che doveva essere un progetto di sostenibilità energetica si è trasformato in una trappola economica per diverse famiglie nel sud della Francia. Tra queste, Julie e Nicolas, residenti a Thuir (nel sud del paese), sono tra le vittime: l’installazione di pannelli fotovoltaici si è conclusa con un prestito di 42.000 euro e un procedimento giudiziario. La proliferazione di queste truffe preoccupa l’associazione dei consumatori UFC-Que Choisir di Perpignan, che solo tra maggio e giugno 2025 ha individuato una ventina di casi per un costo totale di 200.000 euro in risarcimenti.
Un’offerta troppo bella per essere vera
Julie e Nicolas, originari della Francia, si erano trasferiti nella loro nuova casa nel luglio 2023. Meno di un anno dopo, hanno deciso di fare un passo verso l’autoconsumo energetico. L’occasione è arrivata sotto forma di una telefonata e della visita di un commerciale, che ha promesso loro che EDF avrebbe acquistato l’elettricità e che i ricavi avrebbero coperto il credito.
“Ci ha fatto credere che non ci avremmo perso nulla. Era molto abile e manipolatore”, ha dichiarato Julie al quotidiano francese L’indépendant. Nonostante i dubbi iniziali, hanno firmato quelli che credevano essere dei preventivi, che in realtà si sono rivelati ordini di acquisto.
In poche settimane, i pannelli erano già installati, anche se senza autorizzazione comunale e con contratti pieni di irregolarità: documenti copiati male, documenti retroattivi e un contratto a nome di Nicolas firmato da Julie.
Il colpo economico
L’azienda aveva assicurato loro che la vendita dell’elettricità avrebbe finanziato il prestito. Tuttavia, presto scoprirono la realtà: la produzione annuale avrebbe generato appena 936 euro, contro gli oltre 3.000 euro che dovevano restituire ogni anno.
“In quel momento ci siamo detti: è ufficiale, siamo stati truffati”, si rammarica Julie. La situazione è peggiorata quando hanno scoperto che, senza il loro consenso, era stata aperta una microimpresa a nome di Nicolas per recuperare l’IVA. “Il problema era che io avevo già una microimpresa, non ci hanno avvisato di nulla”, spiega lui.
Un fenomeno in crescita
Secondo la consulente legale Yveline Albaladejo, il modus operandi dei truffatori è sempre lo stesso: reclutamento aggressivo, promesse di autofinanziamento e pressione per firmare immediatamente.
“Il prezzo è un indicatore di affidabilità. Un impianto medio costa tra i 6.500 e i 9.000 euro. Oltre questo importo, bisogna diffidare. Gli acquisitori ricevono commissioni per ogni vendita, quindi ricorrono a qualsiasi trucco“, avverte.
Conseguenze e lotta legale
Al di là del debito, l’impatto psicologico è forte. ”È difficile da accettare, pensiamo che succeda solo agli altri. Quando ci capita, ci sentiamo molto male, tristi, imbarazzati, ma anche arrabbiati”, confessa Julie.
La coppia si è rivolta all’UFC-Que Choisir, i cui consulenti raccolgono la documentazione, identificano le irregolarità e trasferiscono i casi ad avvocati specializzati. “Identifichiamo le nullità nei contratti e poi trasmettiamo il fascicolo a un avvocato che cita i responsabili in tribunale”, spiega il volontario Lionel Hechard.
Consigli per prevenire le frodi
La storia di Julie e Nicolas riflette come la transizione energetica sia diventata un terreno fertile per i truffatori. Per questo motivo, è opportuno prepararsi ad affrontare questo tipo di situazioni:
- Non firmare in fretta: diffidare delle offerte urgenti.
- Confrontare i preventivi: chiedere sempre diverse proposte prima di decidere.
- Consultare consulenti indipendenti: prima di firmare qualsiasi contratto.
- Controllare i prezzi: un impianto di 6 o 8 pannelli costa tra i 6.500 e i 9.000 euro.